Era il 17 agosto 2007 quando, passeggiando tranquillamente nell’area, mi sono ritrovato davanti a questa spettacolare installazione. Non ci potevo credere e, per uno come me che ricostruirebbe tutto senza pensarci due volte è stata veramente una grande emozione.
Quel giorno non c’erano code chilometriche, era un pomeriggio non troppo caldo poco dopo ferragosto e ho deciso di prendere subito un biglietto per entrare al Colosseo per poter vedere meglio quella meraviglia nel Tempio di Venere e Roma. Mi ricordo che sono rimasto ad ammirala per parecchio tempo e fantasticavo sul come poteva essere stato nelle varie epoche la zona del Foro Romano e dei Fori Imperiali. Ho sempre sperato che qualcuno decidesse di rimettere insieme i pezzi rimasti e ridare nuovo splendore a quello che per me è il tesoro più bello che abbiamo.
Certo, capisco anche il punto di vista di chi non vuole modificare nulla, però se devo scegliere e se si hanno le giuste conoscenze, perché no? Perché non ricostruire e riportare al loro aspetto originario i templi, i fori, le domus, i circhi, gli archi, i mausolei e quello che è rimasto del nostro passato?
Foto del 12 Aprile 2015
Sono tante le piccole cose che ci possono sfuggire quando visitiamo un’area archeologica. A volte le troviamo per puro caso, in alcuni angoli meno frequentati, dietro ad altri oggetti e altre volte più semplicemente in bella vista.
Qualche volta bisogna fare lo sforzo di alzare un po’ lo sguardo e non guardare sempre davanti a noi.
In questo caso, nei resti del Tempio dei Dioscuri, bisogna inclinare molto il capo, aguzzare la vista e usare un binocolo o un teleobiettivo.
Ed ecco che spuntano testimonianze che prima erano nascoste ad occhi indiscreti. Firme di qualcuno che ha avuto a che fare con queste colonne secolari in un altra epoca e ha voluto lasciare una traccia.
Per fortuna non sono tutte così scomode da trovare.
Passavo di qui per caso…difficile crederlo, ma non era prevista una visita al Foro Romano. Mi si era creato un momento libero e ho deciso di approfittarne subito perché ero lì vicino. Quel giorno volevo esplorare meglio il Palatino. Sono entrato, ho cambiato idea varie volte sul percorso da fare perché, diciamocelo, vedendo tutte quelle meraviglie è estremamente difficile scegliere e mi sono distratto perdendo un po’ di orientamento.
Ero indeciso se andare verso l’Arco di Settimio Severo e fare un giro più lungo o verso quello di Tito e poi salire subito sul Palatino.
Di solito, in quel periodo, appena entravo nel Foro mi dirigevo subito a quello che per me era il centro, ovvero l’Ara di Cesare. Da lì scrutavo l’orizzonte a 360° e mi lasciavo trasportare dall’ispirazione. Ho risalito la strada verso l’Arco di Tito e mi sono trovato di fianco a questo scavo. Mi sono meravigliato subito, perché non avrei mai pensato che ci fosse qualcosa ancora più in profondità del livello in cui eravamo. Pensavo fossimo già al livello della città antica ed invece mi sbagliavo di nuovo, ma con grande soddisfazione.
Non mi sono azzardato a disturbare gli archeologi per chiedere cosa fosse e me ne sono pentito. Spero di trovare qualche informazione per togliermi questa curiosità.
© Copyright Francesco Campanini - 2025